Ragni, aghi, aerei, ma anche farfalle, spigoli, clown … le fobie sono praticamente non numerabili e, alla maggior parte delle persone, molte appaiono inimmaginabili.
La comunità scientifica dibatte da anni sulle origini di questo fenomeno e non si è arrivati a conclusioni certe, forse perché una spiegazione non ne esclude altre e probabilmente le origini possono essere diverse a seconda delle situazioni.
L’approccio psicoanalitico sostiene che le fobie derivino dalla rimozione di contenuti inconsci, di origine traumatica, che vengono spostati su un oggetto/situazione che li rappresenta a livello simbolico.
L’approccio cognitivo-comportamentale sostiene, invece, che si tratti di un cattivo apprendimento per cui l’organismo associa involontariamente pericolosità ad un oggetto o ad una situazione oggettivamente non pericolosa.
Cosa sono le fobie? Il DSM IV-TR (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali ad uso internazionale) le inserisce nella categoria dei disturbi di ansia e le definisce come “paura marcata e persistente di un oggetto o di una situazione particolare”, dividendole in specifiche e sociali.
Le fobie specifiche sono caratterizzate da un’ansia clinicamente significativa provocata dall’esposizione a un oggetto o a una situazione temuti, che spesso determina condotte di evitamento. Tra le più comuni troviamo:
− Aracnofobia - fobia dei ragni
− Ornitofobia - fobia degli uccelli o fobia dei piccioni
− Emofobia - fobia del sangue
− Aerofobia – fobia di volare
Le fobie sociali sono caratterizzate da una eccessiva ansia suscitata da situazioni che potrebbero implicare di essere sottoposti al giudizio di altre persone, o anche semplicemente essere esposti alla loro presenza. Le situazioni più comuni in cui possono presentarsi fobie sociali sono:
− Parlare in pubblico
− Mangiare in presenza di altre persone
− Iniziare una conversazione
− Essere presentati ad altre persone
− Parlare in un gruppo in cui i membri si conoscono
− Rapportarsi con delle autorità
QUANDO E' IL CASO DI INTERVENIRE?
Le fobie sono paure, vissute in modo sproporzionato rispetto al reale pericolo della cosa/situazione, che possono limitare l’autonomia di chi le prova.
Chi vive queste esperienze sa, a livello razionale, che non hanno senso di esistere perché non si corre un reale pericolo, ma al contempo, non è in grado di controllarle. L’effetto prodotto dalle fobie è l’evitamento, fenomeno che preclude, oltre alla possibilità di fare esperienze positive, a volte anche opportunità lavorative. Una persona che soffre di aerofobica non si precluderà solo l’opportunità di fare magnifici viaggi ma potrebbe anche perdere ottime occasioni di lavoro.
Quando una persona è bloccata dalla paura, allora è il caso di intervenire.
Una delle tecniche che è possibile utilizzare con buoni livelli di successo è l’EMDR Eye Movement Desensitization and Reprocessing.